HomeLetteraturaDuino Poesia: “Incontri, sorrisi dell’anima”

Duino Poesia: “Incontri, sorrisi dell’anima”

Il Concorso Inter­nazionale Duino Poesia è una “cre­atura” cultura­le prodotta dalla sensibilità per il bello di Gabriella Valera che negli scritti, nelle pa­role, negli inse­gnamenti è stata sempre prodiga di sorrisi, veri segna­li distintivi di una capacità di stupirsi di fronte alle seduzioni della natura, alle capacità delle persone, alle sorprese della vita. Ma il sorriso è anche l’espressione esattamente contraria al ghigno aggressivo, che soprattutto in questo periodo in tante parti del mondo (Ucraina, Nagorno-Karabakh, Kosovo e Centro Africa, solo per citarne i più evidenti) produce morte e distruzione.

Quindi l’espressione rassicurante delle labbra che si aprono all’incontro, è l’in­dicatore di una disponibilità che il singolo ha verso il mondo che lo circonda. Da ciò deriva anche la reazione benevola degli interlocuto­ri, pronti all’abbraccio, che è possibile anche quando le idee divaricano un po’, anzi la loro diversità è sinonimo di ricchezza. Il sorriso è espressione che apre a una vasta gamma di stati d’animo, tutti ispirati a positività e bel­lezza.

Un esempio per tutti valga la poesia di Pablo Neruda: “Toglimi il pane, se vuoi, / to­glimi l’aria, ma / non togliermi il tuo sorriso. / Non togliermi la rosa, / la lancia che sgrani, / l’acqua che d’improvviso / scoppia nella tua gioia, / la repentina onda / d’argento che ti nasce.” E quando esce dalle secche della cir­costanza o dell’abitudine è davvero la mate­rializzazione di uno stato d’animo che comu­nica all’esterno la prontezza alla condivisione.

Direttamente connessa è la tendenza allo stupore, la prontezza alla meraviglia, quella che consente al soggetto non solo di apprez­zare a pieno l’esistente, ma di coglierne il sen­so profondo e di cooptarlo dentro l’area delle proprie scelte private. E allora lasciarsi sor­prendere dalle qualità morali e fisiche di una persona, dalla semplice struttura di un detta­glio di natura (paesaggio, costa, mare, fiume, piante, cielo, luce) è anche uno dei modi con cui gli eventuali disagi del quotidiano vengono attutiti. Il tema di questa edizione del Concorso Duino Poesia – “Incontri: sorrisi dell’anima” è al­lora un ideale antidoto alle punte aspre di una contemporaneità che, nello scenario più vicino e in quello lontano, presenta sempre delle sce­ne, vicende e episodi capaci di creare fratture e conflittualità tra i singoli, tra i gruppi sociali e gli stati. L’antologia uscita in questi giorni nelle edizioni Battello ne è una bella testimo­nianza.

Il tema proposto da Ottavio Gruber e dal­la figlia Barbara (che con tanto impegno ed efficacia operativa continuano il discorso di Gabriella Valera) è una sorta di prisma me­taforico, composto da tante facce quante sono le possibilità interpretative messe in atto dai partecipanti, che con la loro presenza, attra­verso i testi inviati, testimoniano di un mondo piccolo che ha peraltro la spinta ad abbrac­ciarsi in un contesto rappresentativo davvero di ogni parte del globo. Questo è anche il mi­racolo che può produrre la poesia, far vibrare cioè la corda della convergenza, dell’ascolto, della pronta ricezione dell’“alterità”. Forse la poesia non è in grado di salvare il mondo come il poeta americano Walt Whit­man lascia trasparire nella speranza affidata alla sua lirica “The World Below the Brine”, ma chi la frequenta a vario titolo, come autore o come fruitore, ha l’ambizione giustificata di contribuire a migliorane le sorti.

E il ventaglio di proposte arrivate da ben tre continenti è l’elemento probante di una diffusa volontà di pace, convivenza feconda, collaborazione fat­tiva. È un sogno che reclama per sé quel grado di credibilità utile a tradurla in effettiva condi­zione di vivibilità quotidiana. Il Premio Spe­ciale della Giuria è stato assegnato a Roberta Siciliano (Italia), autrice della poesia “I is ano­ther / Io è un altro”, dove lo slancio a uscire da sé e ad entrare negli altri significa anche poter cambiare la prospettiva di giudizio e cogliere il sentimento di un mondo talmente variegato da essere sommosso nei comportamenti, nelle convinzioni, nelle idee e nelle azioni. È signi­ficativa in proposito la nervatura concettuale: l’individuo che voglia entrare in comunica­zione vera con gli altri non può mai ritenersi un assoluto, sciolto da ogni legame col resto, ma si mette nella condizione di essere davvero parte di un tutto, possibilmente armonico. I versi nella loro brevità cadenzano una sorta di viaggio nella dimensione metamorfica dell’io.

Il Primo Premio del Concorso è di Cenejuste Olgens (Haiti), autore di “The so slow pace of the evening / Il passo così lento della sera”, un testo giocato sull’apparente leggerezza nello sviluppo delle relazioni personali, dove la cifra dell’espressione più intima si scioglie nella disponibilità alla condivisione più piena. Il Secondo Premio va ad Adnan Bajrović (Bo­snia-Herzegovina ), con “Sava river birds / Uccelli della Sava”, dove la poesia si trama su molteplici registri, amalgamandoli in una sin­tesi che fluisce lungo crinali di freschezza e di originalità. La voglia di comporsi in una logica amorosa non estranea il soggetto dalla necessità di una considerazione sulle brutture del mondo. Il Terzo Premio è attribuito a Evis Martinez (Colombia), con “Amarilla / Gialla”, una li­rica che parte da una visione disincantata del reale, focalizzando l’attenzione sulle dimen­sioni del dolore nelle diverse declinazioni delle drammatiche situazioni dello scenario inter­nazionale. E proprio quando il pessimismo sembra toccare la tensione “cosmica”, spunta il senso della speranza affidato al volo di una farfalla.

Enzo Santese

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