HomeLetteraturaClaudia Zironi: poesie come tratti di vita

Claudia Zironi: poesie come tratti di vita

Che cosa rende distintivo un li­bro di poesia? La capacità di creare un uni­verso coeso pur nell’incertezza e nello sbanda­mento del vivere, il riuscire ad alimentare la luce e a mantenere la rotta nonostante le feri­te e gli scoramenti quotidiani, trovando equi­librio ed armonia lì dove sembra franare ogni certezza. Not bad (2019-2020), Arcipelago Itaca 2020, il nuovo libro di poesie di Claudia Zironi sa cucire, insieme col filo dell’ironia e di una rigorosa lucidità intellettuale, passaggi e percorsi cruciali. Le sue poesie sono trat­ti di vita che abbracciano l’arco di due anni tormentati e difficili, il 2019 e 2020, anni in cui ciascuno di noi è stato messo a dura prova su diversi fronti. Sono brani dell’esistenza che presentano stati d’animo e situazioni di gran­de intensità e vivacità poetica. Il ritmo delle immagini è scandito da un senso perenne di mancanza,

accompagnato da un’acutezza di sguardo che rivela la capacità dell’Autrice di accogliere con coraggio le vicissitudini altale­nanti del vivere. Già la dedica del libro “Agli inesistenti” ci incuriosisce, inducendoci ad interrogarci su cosa designi questa definizio­ne e rivela una chiave di lettura multipla: gli inesistenti sono coloro che attraversano le no­stre vite per poi andarsene, ma anche quanti non abbiamo mai incontrato e che forse, se avessimo incontrato ci avrebbero trasformato radicalmente, ma gli inesistenti siamo anche noi stessi per molte persone che ci ignorano o ci dimenticano. L’assenza, il vuoto che sono la sottotraccia che accompagna questa scrittura, si riflettono anche nella volta celeste, disabi­tata dagli dei, che si spegne in una vertigine vacua sopra le nostre teste. Le poesie di que­sto libro sono l’attenta disamina di un “mal de vivre” che si manifesta sia sul piano metafisi­co che nella realtà ordinaria: scandagliano la crescente solitudine insita nei rapporti umani, il dilagare del gelo nell’ambito degli affetti, l’affievolirsi delle relazioni, soggette ad ine­vitabile entropia.

Da quest’algida condizione esistenziale scaturisce un profondo senso d’a­marezza, eppure, al tempo stesso si percepi­sce una profonda fedeltà alla bellezza della natura e della vita. I versi ruotano intorno ai temi Amore/Passione/Disincanto, vibrando sempre nell’illusione di un nuovo inizio, an­che se poi prevale la consapevolezza dell’im­possibile fusione con l’altro che si esprime in un rimpianto senza nostalgia. Il libro si arti­cola in quattro sezioni: “Quando si spegne il cielo”, “Not bad”, “Nuda carne” e “Il ritor­no degli uccelli” e si sviluppa soffermandosi su condizioni individuali e collettive segnate dalla cifra dell’incertezza. Nell’ultima sezione sono gli uccelli a farsi angeli messaggeri del­lo spegnersi del cielo. Claudia Zironi procede con determinazione e la sorprendente schiet­tezza che la caratterizza, finisce per mettere a nudo il lettore che si ritrova nelle sue poesie profondamente autentiche e sincere. Lo stile è scevro da ogni indulgere, e offre, nella sua eleganza, lampi di grande intensità. La bella e puntuale prefazione di Francesco Tomada coglie due aspetti fondanti in questa raccolta poetica: la dignità e la coerenza che rendono l’autrice esposta, vulnerabile e al tempo stesso coraggiosamente presente a se stessa. Il libro è corredato da otto intense fotografie di Emi­liano Medardo Barbieri, scattate nel corso di un viaggio in America Latina che ne scandi­scono i passaggi cruciali, offrendo al lettore l’occasione di riconoscersi nelle atmosfere di un profondo percorso poetico pieno di auten­ticità.

Lucia Guidorizzi

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