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Giacomo Scotti, un poligrafo intelligente

Abituato da sempre a tendere verso l’“altrove” per l’urgenza di libertà che si coniuga con la tensione a conoscere il nuovo, fin da giovane si è trovato in quella particolare disposizione di non sentirsi straniero in nessun luogo. Il che non significa che l’esistenza sia stata facile, tutt’altro; spesso le difficoltà sono state esorcizzate con quella particolare filosofia spicciola che fa del napoletano un autentico cittadino del mondo, anche se una parte della sua anima risiede nella casa d’origine. Giacomo Scotti, originario di Saviano in provincia di Napoli, nella seconda metà degli anni ’40 si è “installato” nell’ex Jugoslavia, a Fiume, calcando per la prima volta (ma non è stata certo l’ultima!) il flusso della contro-corrente, in un tempo in cui l’esodo riguardava invece migliaia di persone dall’Istria soprattutto verso l’Italia. Ma anche nel lavoro di cronista presso “La voce del popolo” della città quarnerina ha modo di segnalarsi come un giovane dal carattere poco malleabile soprattutto quando si pretende di fargli scrivere ciò che non sente. La scrittura è stata ed è l’attività che, all’età di novant’anni, lo fa essere estremamente vivace nella produzione che riguarda vari generi, la poesia e la narrativa, la storia e la favola, l’inchiesta e l’elzeviro.
Scotti è oggi, come è stato nei periodi più bui della politica internazionale, un ponte fra l’una e l’altra sponda dell’Adriatico, di cui ha scandagliato le vicende dei popoli affacciati su quell’acqua, ha ricostruito e pubblicato i racconti popolari prelevati dalla tradizione orale e, opera ancor più meritoria, si è dedicato alla traduzione di autori classici e contemporanei italiani in lingua croata e di autori dell’area ex jugoslava in lingua italiana. La vena di poligrafo lo porta a percorrere anche i territori della saggistica letteraria ed etnografica imprimendo alle sue elaborazioni il tratto di una decisa passione per gli argomenti trattati, mai esercizi di scrittura, ma prove serie per focalizzare tematiche appartenenti a un’ampia gamma di toni, dall’analisi seria e supportata dal necessario corredo scientifico fino alla leggerezza del guizzo lirico: da una parte si colloca senza dubbio una serie di libri come Goli Otok, ritorno nell’Isola Calva (Edizione Lint, 1991), il luogo di detenzione dei dissidenti dalla linea politica di Tito; I pirati dell’Adriatico (Lint, 2001), che assieme a Il mare dei corsari – Russi, francesi e inglesi in Adriatico 1797-1815 (Mursia, 2016) fa luce sulla logica delle scorrerie per arricchimenti personali (pirati) e per “ragioni di stato” (corsari). Su un altro versante si situano le opere fragranti del mito, intessute di fiabe e leggende recuperate dalla sua memoria e da quella popolare, per le edizioni Santi Quaranta: Fiabe e Leggende dell’Istria (2003), Fiabe e leggende del Mar Adriatico (2005) e Fiabe e leggende della Dalmazia (2015) Nell’animo di Giacomo Scotti un rilievo particolare merita la dimensione della leggenda e della favola, che sembra contrastare con la sua abitudine a essere immerso profondamente nella realtà con la partecipazione tipica di chi non sta soltanto a guardare, ma si impegna a migliorarne la sostanza e dare un senso alla forma. Tra le pubblicazioni più recenti si segnalano per la ricchezza di suggestioni i Viaggi e personaggi nel paese che non c’è più (Edizioni Accademiche, 2018), in cui il sottotitolo aggiunge altra carne al fuoco della conoscenza dell’autore: Incontri con uomini politici famosi, poeti, scrittori, ed altri di mezzo mondo. Nel territorio della saggistica Scotti in varie occasioni editoriali ha esibito un tratto divulgativo non disgiunto dal conforto delle fonti e delle testimonianze. quest’ultimo libro delinea un sommosso mosaico di presenze nello scenario internazionale con il quale lo scrittore è entrato in contatto il più delle volte diretto, diventando egli stesso fonte testimoniale per la conoscenza di uomini politici e intellettuali di cui è possibile cogliere alcuni aspetti del carattere meno ufficiale, dentro la cifra di un’autenticità che l’acutezza analitica e la puntualità narrativa di Scotti sanno esprimere.
Enzo Santese

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