HomeCultura e CostumeGiancarlo Calciolari: la cucina di Psiche

Giancarlo Calciolari: la cucina di Psiche

Niente è più vicino alla filosofia e alla psica­nalisi che l’ars culinaria: si tratta di sottili e complesse alchimie che inducono, tramite una serie combinazioni, a trasformare la ma­teria prima, che viene decantata e sublima­ta, fino alla realizzazione del risultato fina­le, l’Opus Magnum. Questa similitudine ha permesso a Giancarlo Calciolari, scrittore di cifrematica, di psicanalisi, di filosofia, di arte e letteratura, di procedere nella sua ricerca, affiancando queste discipline. Straordinario investigatore di vasti campi della conoscenza, inesausto esploratore dei territori dello spiri­to, ha saputo unire questi ambiti d’indagine nei quali si trova perfettamente a suo agio. È l’inventore del “cioccolatissimo”, il tortino al cioccolato dal cuore fondente, che è tra i rari dolci italiani noti a livello internaziona­le. Nato a Verona nel 1952, trascorre l’in­fanzia in collegio e ciò lo predispone al gusto per l’erranza. I suoi studi, prima tecnici, poi umanistici e infine psicanalitici, lo rendono insofferente nei confronti di ogni settorialità o categorizzazione. Ha una vasta esperienza come chef di ristoranti in Francia, dove ha vissuto per dodici anni, e in Italia. Durante il suo periodo parigino dipinge, esplorando an­che altre manifestazioni plastiche, esperien­za che porterà avanti, assumendo in seguito l’eteronimo di Hiko Yoshitaka.

Nel 1983 e nel 1984, Giancarlo Calciolari, giovane psicanalista e non ancora Hiko Yo­shitaka, si reca in Giappone, a Tokyo, dove partecipa all’organizzazione di un congres­so internazionale sulla “sessualità”, parola che non esiste nella lingua giapponese, in quanto derivata dal cinese. L’idea di potersi trasferire a Tokyo lo affascina, folgorando­lo come Saul sulla via di Damasco. Anche se alla fine l’artista non asseconderà questa chiamata, l’intensità dell’esperienza gli per­mette di acquisire quegli elementi della cul­tura nipponica che confluiranno nell’identi­tà di Hiko Yoshitaka, che verrà usata da lui non solamente come nome d’arte, ma anche come opera d’arte stessa, nel senso che per undici anni (è dal 1999 che si firma come giapponese) ha costruito una biografia con testi, interviste immaginarie, scritti critici fantastici e con alcuni scritti di collezionisti e critici d’arte, convinti di avere a che fare con un artista giapponese e non italiano. Pres­so le edizioni Transfinito sono usciti di Hiko Yoshitaka: “L’arte del cielo e Cifratipi”, “La tipografia originaria” e, a cura di Hilda Pe­rek, con contributi vari: “Hiko Yoshitaka. Il nodo della vita”. Giancarlo Calciolari è consulente gastrono­mico e formatore di èquipe di cucina, ha av­viato laboratori di culinaria e di pasticceria. Promuove incontri, corsi e dibattiti culturali. È direttore della rivista online “Transfinito” e suoi articoli sono apparsi su numerose ri­viste, fra cui “Spirali”, “Clinica” e “Il secon­do rinascimento”. È curatore di una rubrica online su Liberi.it. Il suo continuo interrogarsi gli ha permesso di riconoscere nella figura del cuoco un dispo­sitivo pragmatico, non un personaggio carat­teristico, come spesso accade nei programmi televisivi in voga che ne fraintendono com­pletamente il ruolo e la funzione. Il ruolo del cuoco per Giancarlo Calciolari non riguarda una categoria domestica o una categoria so­ciale, ma appartiene a un rango eminente­mente intellettuale e ciò sfata la credenza che esista una cucina infernale e una cucina pa­radisiaca. L’arte culinaria e la scrittura sono

inequivocabilmente frutto dell’esperienza di un’assidua ricerca e, in quanto tali, implica­no un’ascesi che conduce inevitabilmente sui sentieri della conoscenza.

Lucia Guidorizzi

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