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Nell’arte il senso della felicità del vi­vere

Ho appena compiuto 84 anni, amo la vita e mi sento un giovanotto! Vivo la mia arte con la stessa passione di quan­do ero un giovane stu­dente alla Scuola d’Arte di Venezia. Come? Mai prendersi troppo sul se­rio, fare quel che si ama e accettare le sfide che la vita mette davanti al nostro cammino. Anche in questo difficile momento, mi sento molto fortunato. È stato per me un periodo di continua produzione, di idee e di opere. Il lavoro non è mancato e questo fatto, impor­tantissimo, certo condiziona in parte il senti­mento con cui scrivo i miei pensieri. Un’altra fortuna è di essere circondato da validi collaboratori. In particolare, dal mio assistente Angelo, con me da oltre 50 anni e da una giovane direttrice artistica Valeria, che mi danno la forza per continuare il mio lavoro.





GIANMARIA POTENZA, Freccia, cm 270 x 270 x h 710, bronzo (fusione a cera persa), 2019
Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri, Firenze

Questo rallentamento dei ritmi di vita mi ha dato il tempo di sperimentare ancora tanto. Per esempio, ho giocato con le carte fatte a mano, riuscendo a rendere piccoli dettagli in opere di grandi dimensioni (difficilissimo!), grazie alla collaborazione con Fernando Ma­sone. Ho ripreso le pirografie su polistirolo, ag­giungendo e mischiando l’uso di colori acri­lici e della foglia d’oro. I risultati sono sor­prendenti!

Inoltre, abbiamo portato avanti un lavoro molto importante sull’archivio. Nel mio stu­dio sono custoditi centinaia di disegni, boz­zetti e schizzi preparatori dagli anni Quaran­ta a oggi. Rivedere tutti questi lavori, alcuni dei quali ancora molto attuali, mi ha fatto pensare molto al mio rapporto con la con­temporaneità. In ambito artistico, la sento talvolta molto lontano da me e dalla mia ri­cerca del bello, che non ho mai abbandona­to. Molto di quello che vedo adesso, ammet­to, non lo capisco. Sono sempre più convinto dell’importanza dell’impegno dell’arte nella vita di una comunità. Grazie al mio Studio, abbiamo portato avanti due bei progetti di sostegno alla campagna di raccolta fondi, il primo in marzo a favore del sistema sanita­rio della Regione Veneto; la seconda, per la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.

In entrambi i casi la risposta è stata molto posi­tiva. L’arte ha il potere di avvicinare le per­sone, farle sentire compartecipi di uno stesso vissuto poiché è ciò che l’arte racconta, figu­rativa o astratta che sia. Una nota dolente, nel giorno del mio ottan­taquattresimo, è che mentre arrivano grandi soddisfazioni da altri paesi e città, mi sento invece dimenticato dalla mia Venezia. Que­sto fa male, perché in tutta la mia arte c’è Venezia. Dopo tanti anni di lavoro mi sarei aspettato un riconoscimento da parte delle istituzioni politiche e museali della città. Così non è stato, speriamo per gli ottantacinque! Infine, lascio sempre agli altri la libertà di interpretare. Quando mi chiedono cosa ho pensato prima di fare un’opera o perché l’ho fatta così, rispondo sempre onestamente, che non lo so! Vorrei comunque che il mio fosse un messaggio di posi­tività. E ciò sono, è ciò che la mia arte è.

Gianmaria Potenza

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