
FULVIA ZUDIČ, Pirano in blu I/II , cm 60 x 81, tecnica mista su tela, 2006
Chi ha visto Pirano non può dimenticarla: la sua luce vivida s’imprime indelebilmente nella memoria evocando immagini profonde, radicate nei sensi. L’intensità della luce, il profumo del mare, il rumore delle onde, il soffio del vento che l’attraversa la rendono indimenticabile: questa esperienza della città e del territorio istriano emerge nella vivida espressione artistica di Fulvia Zudič, un’artista radicata nello spirito dei luoghi a cui appartiene.
La sua formazione passa attraverso Venezia, dove si è laureata presso l’Accademia di Belle Arti e che rivela una stretta connessione con Pirano: entrambe sono città d’acqua in cui la luce si manifesta nella sua continua mutevolezza. Nella sua arte è implicito tutto il percorso della grande pittura veneziana, da Tintoretto, Tiziano a Tiepolo e Guardi che si decanta e si sublima nelle sue opere. Nei suoi quadri i tracciati delle vie, le linee del territorio si uniscono con quelli delle memorie, la dimensione del sottile dialoga con le pietre della città e con la sua dimensione paesaggistica. Linee e colori creano diversi piani e prospettive che rimandano a immagini quasi fotografiche producendo scarti onirici, come nel sovrapporsi ad archi e a volte di figure femminili, che incarnano presenze divine ed archetipi.
Lo scorrere delle stagioni corrisponde a una mutazione coloristica emozionale e fa emergere un intreccio di tracce mnestiche, in cui la dimensione mediterranea si manifesta in un susseguirsi di scorci, prospettive, linee, orizzonti. In particolare, i dipinti che si riferiscono a Pirano, nel digradare dei blu e degli azzurri che sfociano nella penombra oscura di un sottoportico, ricordano per intensità e rarefazione le atmosfere che Matisse ha immortalato dipingendo la medina di Tangeri. La luce vi compare sotto diverse angolature, creando una dimensione atemporale, come se i muri delle case, dei vicoli l’avessero assorbita e ne fossero rimasti imbevuti in quest’alternanza di tonalità fredde e calde che corrisponde all’alternanza di luce ed ombra della vita stessa e rivela un profondo studio e conoscenza dell’architettura veneta.
Il percorso artistico di Fulvia Zudič è molteplice e versatile: oltre ad essere costumista, la sua esperienza abbraccia il design, l’illustrazione, la ceramica.
Nelle sue opere compaiono anche le saline di Sicciole, rappresentate attraverso cromatismi e linee che passano per le gamme del giallo, del bianco, del grigio, del nero e dell’ocra ed esprimono i suoi paesaggi dell’anima, imbevuti da un ininterrotto dialogo tra la terra e il mare.
Perdersi nelle immagini dei suoi quadri è percorrere un labirinto emozionale in un serrato dialogo tra visibile ed invisibile. Si percepisce un profondo amore per il territorio e per le atmosfere che lo animano in cui la vibrazione della luce diviene elemento imprescindibile. Queste vibrazioni luminose intense e tese come le corde di un violino esprimono una ricerca che si fonda sulla continuità ininterrotta tra passato e presente: se da una parte compaiono le bifore e il campanile veneto che rimandano al passato veneziano, dall’altra, la tecnica della applicazione di strisce di carta velina dimostra un’attenzione per la sperimentazione e la contemporaneità.
Fantasia, emozione e sensazione, si legano a una techne sperimentata che rende la sua arte un prodotto completo, frutto di conoscenza ed esperienza filtrate attraverso la luce indimenticabile di Pirano e dei paesaggi che la circondano.
Lucia Guidorizzi