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Quel legame liquido tra Genova e Venezia Gianmaria Potenza in mostra al Museo Sant’Agostino

GIANMARIA POTENZA

Raccolte sotto il titolo “KOSMOS. Gianmaria Potenza. L’Ordine delle Forme”, le opere dell’artista veneziano trovano una nuova eccellente dimora al Museo di Sant’Agostino di Genova, complesso conventuale agostiniano di origine medievale, oggi museo d’arte ligure e italiana del X-XVIII secolo. La mostra (aperta dal 10 febbraio al 10 marzo), a cura di Virginia Monteverde, raccoglie oltre cento opere di Gianmaria Potenza – da pezzi iconici del lavoro artistico degli anni 80 alle ultime sperimentazioni col vetro e polistirolo, fino ai grandi bronzi neri – esposte accanto ad opere di F.M. Schiaffino, Valerio Castello, F. Parodi e di Giovanni Pisano e Pierre Puget. Il percorso espositivo è così ritmato dall’alternarsi di antico e nuovo senza però proporne un dialogo. Piuttosto lancia ai visitatori la sfida di comprendere entrambi attraverso gli strumenti dati, diversi e distanti.
Una nuova sfida anche per Gianmaria Potenza che porta per la prima volta a Genova una grande personale in un museo pubblico. Da Venezia a Genova, ridando vita a un’antica rotta e un legame che fu anche molto conflittuale. “Un legame liquido” come lo definisce Adelmo Taddei, Direttore del Museo di Sant’Agostino, facendo riferimento anche agli “scambi culturali, che sono quelli che in questa sede più ci interessano, senza però dimenticare che con uomini e merci viaggiano anche le idee”.
Ecco così una prima chiave di lettura del percorso espositivo. Un confronto non tra opere antiche e nuove, ma tra due “civiltà”, rappresentate egregiamente dalla collezione del museo agostiniano da una parte e dalle opere di Gianmaria Potenza dall’altra. Sono infatti numerosi i critici che concordano nell’individuare nell’arte di Potenza, nel suo eclettismo e nella ricchezza e varietà di tecniche e materiali impiegati una summa dell’identità veneziana e del suo bagaglio storico-culturale: dai retaggi “barbari” alle influenze bizantine, dall’uso della foglia d’oro al mosaico, fino alla presenza dirompente di una natura antropizzata unica al mondo, il cui elemento imprescindibile è l’acqua e dunque le luci e i colori dei suoi riflessi. Altri spunti di riflessione li suggerisce il titolo della mostra: “KOSMOS”, parola di origine greca che significa ordine, incamerata poi in molte lingue come sinonimo di universo.
Non è un caso che la recente mostra fiorentina, in Aprile 2018, intitolata “Alfabeti Sconosciuti e Linguaggi Simbolici”, proponesse un focus sulla forza ordinatrice e il carattere universale del suo vocabolario artistico, fatto di segni decorativo-simbolici. Se però a Firenze si è raccontata la capacità di Potenza di articolare elementi ideografici elementari creando un vero e proprio alfabeto da decifrare, a Genova si indaga sulle forme. In particolare, su quel processo creativo che, dalla natura e dagli oggetti che lo circondano, lo porta a operare un processo di astrazione che libera i suoi soggetti da tutto ciò che è superfluo, per poi in un secondo momento caricarli di significato e renderli piacevoli al nostro occhio, sempre attento all’aspetto edonistico.
Infine, ecco un’altra chiave di lettura per godersi al meglio la visita: l’inesauribile ricerca del bello di Gianmaria Potenza, autentico veneziano che a 82 anni compiuti, non smette di parlare col mondo e praticarlo con curiosità.
Il catalogo della mostra è edito da “Liberodiscrivere” per la collana d’arte Art Commission.
Valeria Loddo

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